11^ edizione Matite in Viaggio
11^ Edizione di Matite in Viaggio. Carnet, disegni, parole. Esposizione Internazionale. Centro Culturale Candiani-Mestre. Dal 15 ottobre al 31 ottobre 2021.
Volti e storie.
Sono architetto e lavoro nel settore dell’arredamento come designer e grafico.
La creatività è il filo che unisce la mia attività professionale con la mia passione per il disegno e la pittura.
Ho sempre disegnato e da sempre ho cercato di tradurre i miei viaggi o i miei soggiorni in immagine impressa sulla carta.
Mi piace riportare in disegno le cose che vedo dal vero; mi sembra di goderle di più, sembra che mi possano restituire ricordi più solidi, più personali perchè personale è il modo in cui interpreto tali cose, mi sembra di scoprirle più nel profondo, di poter suggerire dettagli ed atmosfere…
Negli anni ho raccolto molte immagini con le quali ho partecipato a mostre o collettive, come ad esempio questa di Matite In Viaggio, a cui partecipo dal 2012.
Quest’anno, a causa delle restrizioni imposte, non ho girato molto. Ho pensato quindi di viaggiare attorno alla gente, immaginando e inventando una serie di personaggi improbabili, anonimi, scaturiti dalla fantasia più spesso nati dal caso. Non più viaggio e paesaggi, ma un giro intorno all’uomo, una serie di “quadretti” che rimandano ad una storia accennata, importante che sia libera e assurda, adatta ad esser interpretata in mille altri modi.
Il mio interesse non è tanto nel ritrarre le persone, spesso infatti i ritratti sono aprossimati, incerti e primitivi, ma quanto piuttosto nell’atteggiamento della persona ritratta, soggeta ad un ruolo che io impongo, ad una situazione senza senso, al bizzarro destino che li lascerà sempre incollati a una situazione fissa.
Non indifferente è il ruolo del mezzo usato, in questo caso i pastelli mi consentivano un gesto largo, la possibilità di ritoccare il ritratto e la possibilità di intravedere le incertezze e gli errori del segno, interpretandolo in maniera positiva come un disegno mai finito, come un’opera mai conclusa. Mi piace inventare piccole storie, quotidiane, insignificanti, che trovano significato combinandosi con l’immagine.
I puntini simboleggiano il primo piano e la dissolvenza l’apertura e l’affacciarsi di una storia e il suo concludersi.
Come in un quadro di Hopper la scena induce a pensieri e a proseguire la storia, completandola con la tua fantasia.
Le facce, sempre un po’ stupite e incantate, portano in sè il fardello di una storia, appartengono al mondo, ma lo lasciano scorrere senza precise finalità, lasciandosi un po’ sorpassare dal destino.
Il personaggio rappresentato è anonimo, il più anonimo possibile; fa parte delle banalità del nostro vivere quotidiano, ma l’inerzia e l’assurdità in cui vive, fa smuovere una smorfia, un ghigno che si trasforma in sorriso.
Le storie ruotano intorno ai piccoli gesti del quotidiano, alle cose che si muovono senza un senso preciso ma si lasciano trascinare, piccole scene, ritagli di un vissuto sempre uguale e per questo mai uguale, situazioni assurde senza senso che trovano un senso in questa contraddizione.
Il periodo in cui ho disegnato questi quadretti è stato quello del Covid; sono nate dalla apatia di un quotidiano senza un futuro preciso, un po’ da programmare, un po’ da lasciarsi scorrere.
Il pensiero è andato in là a pensare alle nostre abitudini che cambiavano, al ricordo di gesti automatici, che ora non lo erano più; tutto succedeva e tutto sembrava scontato: ora non lo era più.
Ho cercato tra il mio mondo e ho scavato nell’ironia che penso spesso possa allietare i nostri pensieri ma anche sdramatizzare le nostre ansie.
Hanno un senso le frasi a lato del personaggio: forse si, spesso forse no, ma continuano un viaggio di esplorazione nella mente, la ricerca di una logica.
Il Covid ci ha evitato di muoverci con i piedi, ma non con la testa e la testa ha prodotto questa galleria di facce, legate tra loro da un filo comune che è il nonsense, l’assurdo.